Il giro del mondo in 80 tombini

I tombini raccontano il mondo

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Il racconto di un viaggio attorno al mondo attraverso i tombini.

Un’idea di Mario Panizza, architetto, rettore della Terza Università di Roma, che illustra i diversi paesi visitati tra il 2007 e il 2015 attraverso queste strutture che abbiamo sotto i piedi e non osserviamo con attenzione. 

Spesso si tratta infatti di veri e propri dipinti su ghisa, opere di maestri pittori o anche incisioni cariche di significati e di allegorie e geometrie astratte. Panizza li solleva dal terreno per esibirli sotto forma di “quadri incorniciati”.

Nascono così gli 80 acrilici su tela raffiguranti altrettanti tombini da tutto il mondo. Dai sorprendenti e colorati tombini artistici del Giappone passando per la Norvegia, dove la gamma di temi è così vasta da poter essere scomposta in filoni, attraverso la Svizzera, il Messico, il Brasile, la Germania e molte altre nazioni.

Tra i tanti, c’è il tombino del centro di Berlino che propone nel piatto centrale una carrellata dei più rappresentativi monumenti della città, selezionati tra quelli che hanno avuto interventi contemporanei di trasformazione, e tutti opera di grandi star internazionali. Oppure quello di Magdeburgo, con lo stemma cittadino assolutamente sproporzionato tra la figura femminile e il castello, che riassume, però, come in un rebus, il nome della città: Mägdalein – la vergine – e Burg – il castello.
I tombini sono anche un libro (dallo stesso titolo, Mancosu editore, € 16) e i quadri si possono ammirare fino al 19 dicembre 2015 al Foyer del Goethe-Institut di Roma, Via Savoia 15, lunedì-venerdì 10-19, sabato 9-13.