Gufo: la fortuna di incontrarlo

Incontrarlo porta fortuna: ecco il gufo

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Il gufo: non è bellissimo? Un rapace notturno che ha una vista super acuta (noi ce la sogniamo), dal volo silenzioso ed elegante, e con quella capacità di ruotare il capo di ben 360° in modo da avere tutto sotto controllo.

E quegli occhi grandi, arancioni, penetranti e quelle piume al di sopra lunghe, lunghissime, che sembrano quasi sopracciglia. Un piumaggio variegato, dal bianco al grigio al beige al marrone scuro al fulvo. Sì, è proprio bellissimo!

Che dire allora di chi, ancora oggi, lo certifica (persino in tecnologicissime slide) come porta iella? Ah, la superstizione è davvero trasversale, va al di là di rottamatori e rottamati, di giovani e anziani, di uomini politici e non. Soprattutto, mostra una certa mancanza di fantasia.

Peccato, l’animale non se lo merita proprio.
E allora, sentite un po’ cosa scrive oggi sul Corriere della sera Danilo Mainardi, che di gufi & co se ne intende, eccome. “Se penso al gufo reale gli aggettivi da usare sono: maestoso, intelligente, raro. E poi bello, di quella bellezza vera, prodotta dall’evoluzione che plasma armonicamente forma e funzione. Una macchina perfetta, con vista acutissima, volo silenzioso e rapido. Un simbolo della nostra fauna, prezioso, perché ne sono rimaste solo 300 coppie in Italia. Un’immagine fiera dunque, quella del gufo, che solo l’ingenuità delle tradizioni popolari ha trasformato in simbolo del malaugurio per il suo stile di vita solitario, notturno e quei vocalizzi che solcano il buio. Ci sono però anche credenze contrastanti. Il gufo era simbolo di saggezza per gli antichi ateniesi, associato alla dea Athena. Il ciondolo a forma di gufo in molti paesi si ritiene porti bene e tenga lontano i malanni. Insomma ci vorrebbe attenzione a definire «gufo» un avversario”… Chi ha orecchie per intendere, intenda…