Cortina: dicono di lei

Mai come in questi tempi di coronavirus, chiusi nelle nostre case, è intensa la voglia di fare un salto a Cortina, la perla delle Dolomiti, rigenerarsi tra i suoi silenzi e le sue atmosfere così splendidamente desertiche. Parlare di Cortina è sempre meraviglioso, nel ricordare quei suoi paesaggi e tutta la sua bellezza. Insomma, in attesa di potere ritornare direttamente in quei luoghi incantati, è davvero superlativo perdersi in altre sue declinazioni, letterarie stavolta. C’è una guida che si chiama “Cortina – Dicono di lei – Le Dolomiti nella letteratura” che la omaggia attraverso tante citazioni di vari scrittori per i quali le passeggiate verso, attorno, dentro di lei, sono state non solo momenti di gradevolissimo relax ma anche ispirazioni per le loro opere. La guida (15 euro) è un’idea di Elleboro Editrice, che si ispira, come dice il suo nome, a quella eterea pianta che fiorisce solo nei mesi freddi, e nei tempi antichi era usata per guarire la malinconia, come fanno le buone letture. E questa lo è senz’altro. Ci si perde letteralmente tra le tante citazioni tra Cortina, Cadore, Dolomiti, Agordino, ritrovando attraverso parole famose (e meno) quei ricami rocciosi, quei prati verdeggianti (o candidi per la neve) al limitare dei boschi di conifere, quegli agglomerati urbani che dalla valle via via scompaiono per diventare qualche struttura isolata frequentata chissà da fate e gnomi. Tra i nomi ci sono Amelia Edwards e Virginia Woolf, Eugenio Montale, Giuseppe Berto, Ernest Hemingway, Alberto Moravia, Giovanni Comisso, Dino Buzzati, Andrea Zanzotto, nato un po’ più in basso rispetto a Cortina, a Pieve di Soligo, Treviso (tutto un altro mondo, però). Anche un altro grande veneto, di Vicenza, Goffredo Parise, era un super appassionato di Cortina e neve e sci, tanto da sciare dappertutto, imparando a farlo bene sia nelle piste battute sia in quelle di neve fresca, con l’aiuto di famosi maestri ampezzani. Quando stava là in una casetta in località Pocol, scriveva e sciava, sciava e scriveva. Avrebbe voluto diventare maestro di sci ma un ospite inatteso, una brutta malattia, lo mise fuori gioco. “Allora, ricorda Giorgio Montefoschi, gli venne una tale nostalgia che nella sua casetta sul Piave si fece installare un marchingegno che gli restituiva l’aria di Cortina”.

Cortina

Senza dimenticare, per allietarsi un po’, le performance del ragionier Fantozzi, anche lui alle prese con la Perla. Ma qui nella guida di Elleboro editrice oltre la magnificenza di questo gruppetto di letterati che ci racconta a modo suo la natura, le montagne, i sentieri, ci sono gli itinerari sulle tracce dell’uno o dell’altro. Ripercorrerli inseguendo le loro parole e i loro passi è quasi essere lì, con loro. Bello. Da leggere e poi, quando sarà, provare/ritrovare in situ, salendo su verso la bella attraverso la SS 48 Dolomiti, la strada tutta curve che costeggia quel che resta del Piave lasciandolo poi all’altezza del Cadore per incunearsi nella valle del Boite, di magia in magia. Collana Ore d’oro. Davvero.

I testi sono a cura di Lorenzo Notte.