Roma omaggia Winckelmann, papà dell’archeologia moderna

Winckelmann “ritorna” a Roma, che lo celebra così

 

Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del settecento

 “Tesori di antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del settecento”: è la mostra che, fino al 22 aprile, celebra gli anniversari della nascita e della morte del fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann, ovvero 300 anni dalla nascita e 250 anni dalla morte.

E’, questa, solo una delle manifestazioni europee che, coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal (città natale di Winckelmann), dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani, vogliono omaggiare l’importante personaggio. Si tratta anche di ricordare che il Museo Capitolino della Roma settecentesca è stato, nel 1733, il primo museo pubblico d’Europa.

Arricchita da una selezione di 124 opere, l’esposizione si sviluppa in tre sedi diverse nell’ottica di una “mostra diffusa”nello “scenario” dell’area del Campidoglio: le Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo.

Tanti pezzi sparsi in vari musei del mondo e che ora, grazie di nuovo a Winckelmann, ritornano nella capitale come avrebbe sicuramente voluto lui. Una mostra che ricorda dunque il settecento e la voglia d’arte e d’antico ma che racconta anche alcuni aspetti della vita dell’archeologo a Roma, i luoghi in cui ha abitato, le ville, i palazzi e le biblioteche che ha frequentato, i personaggi del suo entourage; uno “spazio immersivo”, in cui sono impiegate anche tecnologie di realtà virtuale.
Diceva il grande archeologo (il ritratto del 1768 è di Anton von Maron): “Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina alla sera”.
Gli orari: tutti i giorni 9-21.