I terremoti? Cavi sottomarini per monitorarli

Cavi sottomarini contro i terremoti

Cavi sottomarini per monitorare i terremoti

E se i terremoti, soprattutto quelli  più nascosti e difficili da intercettare, potessero essere monitorati attraverso quei cavi sottomarini in fibra ottica che servono a trasportare i dati delle telecomunicazioni?

Si potrebbe creare una super rete capillare sismografica di alta sensibilità in grado di informare con velocità della presenza di movimenti sismici: lo spiega un articolo pubblicato sulla rivista “Science”. Protagonisti sono i ricercatori italiani dell’Inrim, l’istituto nazionale di ricerca metrologica, che, in collaborazione con l’omologo centro britannico Npl, National Physical Laboratory, il British Geological Survey e l’Università di Malta, hanno usato i cavi come veri e propri sensori acustici per catturare le vibrazioni provenienti dai terremoti, adattando le tecniche di trasmissione di segnali di tempo su fibra ottica per mezzo di laser ultrastabili come si fa di solito nella metrologia.

Cosa succede nel caso di un terremoto? Con il movimento tellurico la fibra ottica subisce un allungamento, a causa del movimento del terreno su cui poggia il cavo, con un cambiamento di fase nel segnale luminoso che (trasportato proprio lungo la fibra ottica) viene misurato con precisione anche se avviene a migliaia di chilometri di distanza, segnalando la presenza dell’evento sismico.

Dunque, un sistema di monitoraggio di vasta portata, che potrebbe avviarsi in tempi brevi a scala globale, senza la necessità di installare ulteriori dispositivi in fondo al mare dove si verificano fenomeni sismici di cui oggi si sa ancora poco, a causa anche della scarsa copertura della tradizionale rete sismografica.
Una prospettiva davvero importante che se confermata potrebbe dare una maggiore mole di informazioni su ciò che succede in profondità, forse un piccolo tassello per creare un’utile allerta in caso di tsunami. Foto tratta da guardian.ng.