Totoaba: un altro pesce a rischio estinzione

Il totoaba, scientificamente Totoaba macdonaldi è un grande pesce che appartiene alla famiglia degli Sciaenidae: vive endemico nel Golfo di California, davanti alle coste del Messico. Sarebbe meglio dire sopravvive poiché è diventato assai raro a causa della caccia intensiva nei suoi confronti. Qualche giorno fa è stata attaccata una nave dell’associazione Sea Shepard, in zona per cercare di difendere (anche) un altro pesce a rischio, la vaquita, ovvero Phocoena sinus, piccolo mammifero di 90 chili simile ad un delfino di cui si calcola che ci siano solo 100 esemplari. Entrambi, totoaba e vaquita, sono molto apprezzati in Cina dove la loro richiesta ha fatto lievitare i prezzi, rendendoli un mercato molto invitante per delinquenti di ogni sorta, tanto che persino i narcotrafficanti messicani sono entrati nel giro. L’assalto alla nave degli ambientalisti si deve probabilmente proprio a loro. Non è la vaquita in realtà l’oggetto dei loschi appetiti, ma il totoaba: nel catturare quest’ultimo, nella rete rimane impigliata anche la seconda.

Totoaba: un altro pesce a rischio estinzione

Il totoaba è assai ricercato per via della sua vescica natatoria che, seccata, va a finire nel mercato nero cinese, dove si ritiene che abbia proprietà medicamentose notevoli per ogni male. Ma è ricercato anche per essere mangiato visto che è considerato una vera prelibatezza per via della sua carne particolarmente appetitosa. È però la vescica natatoria a raggiungere prezzi incredibili, anche 60mila dollari al chilo. E qualcuno, parlando della vescica natatoria del totoaba, ha già parlato di “cocaina acquatica”, per via del suo costo da capogiro.

È inserito nell’elenco della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES), nella Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate e nell’Endangered Species Act (che pure si occupa delle specie a forte rischio). Secondo la legge non può essere pescato e/o consumato e nel 2015 il Messico ha annunciato un programma dedicato per la sua difesa e conservazione. Qui si immettono narcotrafficanti & Co., cavalcando i malumori dei pescatori di frodo aizzandoli, anche attraverso facebook (evidentemente sanno usare molto bene i social network), contro i volontari di Sea Shepard (la foto mostra un’ecatombe di totoaba).