Prodotti da meditazione? C’è pure la top 10!

Meditazione: la top 10 dei prodotti ideali

Prodotti da meditazione? C’è pure la top 10!

E c’è pure questo, una top 10 dei cibi da meditazione. Si tratta di una ricerca condotta da Found! Story Engagement attraverso un monitoraggio su oltre 100 fonti fra testate, magazine, portali, blog e community lifestyle internazionali, per sondare quali siano tali tipi di prodotti alleati della gratificazione personale. Del resto, è notevole la necessità di dedicare tempo per se stessi davanti ai tanti impegni quotidiani che ci costringono ad essere connessi in base a quella che gli esperti hanno definito FOMO – ovvero fear of missing out, paura di sentirsi tagliati fuori. Insomma, la mancanza di tempo amplifica il desiderio di afferrarlo e di dedicarlo di più a se stessi e alle persone care.

E se proprio non si riesce a ritagliarsi momenti del genere, diventano nostri alleati alcuni alimenti che vengono definiti  “amici della meditazione e della rinascita”, non per forza alcolici, come qualcuno potrebbe pensare…

Tra questi partner confortevoli che passano anche attraverso il gusto, c’è la birra, che ammanta il tutto di un’allure tradizionalmente meditativa, da assaporare in un tranquillo dopo cena o al culmine di una giornata intensa. Magari ricollegandosi alla Grimbergen, una delle più antiche birre belghe d’abbazia, che la cui storia è indissolubilmente legata a quella dell’abbazia, che venne fondata nel 1128 e fu distrutta per tre volte nel 1142, nel 1566 e nel 1798 e ricostruita dopo ogni incendio e calamità. Non a caso i monaci di Grimbergen scelsero come emblema la fenice, che simboleggia la perpetua rinascita della loro abbazia, e adottarono un motto in onore di questo animale leggendario: Ardet nec consumitur, Brucia ma non si consuma. Poi ci sono vino, whisky, rum, daiquiri, leggendario cocktail di rum bianco, lime e zucchero di canna inventato nel 1914 da Costantino Ribalaigua, allora proprietario de “El Floridita”, storico locale dell’Avana che lo scorso anno ha festeggiato i suoi duecento anni di vita. Lo amava tantissimo, tra gli altri, lo scrittore Ernest Hemingway. Quando scoprì che aveva il diabete, ci fu una rivisitazione in suo onore chiamata Hemingway Special (o Papa Doble, dal soprannome cubano dello scrittore e per la presenza di due liquori): il succo di pompelmo e il Maraschino – liquore alla ciliegia di origine dalmata conosciuto durante il suo soggiorno in Italia – sostituiscono lo zucchero.

Poi c’è il giapponese sake, il cui consumo, in quella cultura, è obbligatorio per segnare un momento importante della propria vita, accorcia i tempi e rende più forti le emozioni. Che dire della grappa? Originariamente considerata un distillato di poco pregio e consumata solo dai contadini, oggi è un trend sempre più forte e diffuso. La vodka sembra che come superalcolico, se consumato con moderazione, non faccia proprio male… Quando si parla di the, subito si pensa alla classica pausa, quindi un sicuro viatico di una manciata di minuti (da allungare) solo per noi.
Infine, il cioccolato fondente, concentrato di flavonoidi, che possono dare una sferzata di energia all’umore e alla lucidità, e di magnesio, che agisce positivamente sull’umore.