Orto Botanico di Roma, meraviglia senza fine

Entrare all’Orto Botanico di Roma è introdursi in un mondo verde di piccole, grandi meraviglie che stanno qui da secoli. Ultimamente ce n’è pure un’altra, la Living Chapel, la cappella vivente, una installazione collocata in questo luogo ai piedi del Gianicolo in occasione della giornata mondiale dell’ambiente. Orto Botanico RomaUn’opera realizzata con materiali di riciclo, come la struttura di alluminio, tetto di stelle, pareti di piante e alberi (provenienti in parte dalle foreste del Centro Europa e in parte da una collezione umbra d frutti antichi), con giochi d’acqua che mettono in moto dolci melodie, che forse gareggiano, ma non ce la fanno a vincere, con quelle naturali dovute alle cicale, un susseguirsi di note avvolgenti, le quali rischiano di far dimenticare al fortunato visitatore come al di fuori la città pulsi con tutto il suo caotico rumore e traffico (pur molto diminuito in questa calda estate da Covid-19). Ricordando che la Living Chapel, nelle intenzioni dell’autore, il compositore australiano-canadese Julian Darius Reviel, corroborato da un nutrito gruppo di volontari, ripropone in chiave sostenibile la “Porziuncola” di San Francesco ad Assisi, qui all’Orto Botanico tutto è sagomato sul farti sentire un tutt’uno con la natura e riconnetterti ad essa. Un luogo, quello dell’Orto Botanico, che va di pari passo con la lunga storia dell’area, tra l’altro giardino della famiglia Corsini fino al 1883 quando appunto divenne tale, e con la presenza, in un panorama di stelle vegetali, di alcuni esemplari monumentali davvero imponenti, al cui cospetto non si può che non inchinarsi. Orto Botanico RomaCome i platani orientali che bordano la scalinata settecentesca delle undici fontane, costruita per essere una sorta di limite tra il giardino ‘creato’ dal bosco di querce e allori del sovrastante Gianicolo (purtroppo ora non sono pochi gli invadenti ailanti). Ma i platani orientali, da cui derivano gli ibridi che caratterizzano il lungotevere di Roma, sono in buona compagnia con altri giganti, la sughera vicino all’Aranciera, il cerro dalle parti dello straordinario giardino dei semplici che ti fa capire quanto straordinarie siano certe piante considerate banali e anonime. Ma di formati extralarge e decisamente maturi in età se ne segnalano oltre 300, orto botanico romaappartenenti a più di 130 specie. Quali e dove? Beh, il bello, nell’Orto Botanico di Roma, è abbandonarsi alla ricerca e alla scoperta. E ci vuole tempo: non ci si può stare un’ora e via. No: qui i momenti sono lunghi e ce ne vogliono tanti per gustare in pieno l’atmosfera. Tra le serre tropicali, quelle storiche, l’aiuola delle carnivore, il roseto, il bosco delle conifere, la zona bambù e delle felci, il giardino giapponese, il giardino mediterraneo e quello roccioso, al di sopra del quale si intravede la sagoma della Fontana dell’Acqua Paola nel punto in cui Garibaldi raggiunge la sommità del Gianicolo, poco prima di porta San Pancrazio, per trasformare la papalina Roma in una città repubblicana. Ma questa è proprio un’altra storia.