Olivone di Canneto Sabino: è lui il più grande d’Europa

Olivone: racconta la storia da millenni  a Canneto Sabino

Olivone di Canneto SabinoOlivone: ecco il nome con cui lo conoscono qui. Si tratta di un grande olivo dal diametro di 8 metri raggiunti dal suo tronco super contorto e che fa gigantesca mostra di sé nelle campagne attorno a Canneto Sabino, al km 41.800 della via Salaria, un’oretta da Roma e un po’ meno da Rieti. Sembra che sia il più grande olivo di tutta Europa (anche se qualcuno sostiene che la palma di tale primato appartenga a un esemplare dal tronco di 13 metri dalle parti di Sassari… si attendono notizie).

Dice la leggenda che a piantarlo fu addirittura un re di Roma, che veniva da questa terra sabina, cioè Numa Pompilio, sovrano dal 715 al 673 a.C. ma probabilmente la sua età è più recente, al di sotto dei 1000 anni, forse “solo” 7/800, come affermano le analisi compiute da ricercatori dell’università della Tuscia. E l’ipotesi più accredita è che furono i benedettini della non lontana Abbazia di Farfa a metterlo là, dopo le bonifiche effettuate in zona dall’anno mille in poi.

Fatto sta che fa una certa impressione, stare al suo cospetto. Circa due metri la sua altezza, una trentina la sua chioma.  L’impatto più grande è quel suo tronco, in realtà più di uno saldati tra loro nel corso del tempo, c’è persino una cavità triangolare che si sviluppa in bassa: è il risultato di un vera e propria carie che ha  colpito l’albero e che penetra al suo interno svuotandolo: ora si sta restringendo perché ricrescono tessuti nuovi. Poi dal basso, si sta a testa in su, a sbirciare tra quel fitto intersecarsi di rami, la maggior parte è ricca di foglioline verdeggianti, qualcuno è abbastanza spelacchiato.

Del resto, il maltempo, soprattutto certe gelate dello scorso anno, lo hanno messo a dura prova ma questo patriarca verde resiste. Tanto è vero che i proprietari (l’Olivone è all’interno di una tenuta della famiglia Bertini dal 1876, come dimostrano gli atti notarili del suo acquisto, ma si può visitare al costo di 2 euro) dalle sue olive, piccoline, ci fanno pure l’olio. La produzione non è tanta perché ora l’Olivone vine potato più per mantenerlo il più possibile in salute e con una bella estetica, piuttosto che per valorizzarne la produzione. E come è, l’olio dell’Olivone, che deriva dalla varietà olivastro? Fruttato, leggermente amaro e piccantino (soprattutto quando giovane), nel complesso aromatico ed equilibrato.
Un po’ come l’oro verde prodotto dalle piante sorelle di questo olivo extralarge e per cui la zona della Sabina è famosa.