La plastica nella pancia del capodoglio

Un totale di 6 chili di plastica declinata in 1000 pezzi diversi, rifiuti provenienti dalla stupidità e dalla mancanza di rispetto che l’uomo mostra verso il suo pianeta e i suoi abitanti (oltre che verso se stesso). Tra gli altri: 25 sacchetti, 4 pezzi di plastica dura, 115 bicchieri, 2 infradito assieme a quasi 4 kg di corde, reti da pesca e ferri vari.

Tutta questa roba era nella pancia di un capodoglio che il 19 novembre è stato trovato morto nelle acque basse della spiaggia bagnata dall’Oceano Pacifico in un’area orientale dell’Indonesia, nel Parco Nazionale Wakatobi, nei pressi dell’isola di Kapota.

Una visione davvero orribile, per l’animale lungo 9,5 metri che invece di nuotare libero nell’acqua si è spiaggiato là: causa l’avanzato stato di decomposizione, non è stato possibile effettuare un’autopsia e accertare le cause esatte della sua morte, come ha detto il coordinatore del settore marino del WWF Indonesia, Dwi Suprati.

La plastica nella pancia del capodoglio

Plastica: dopo la Cina l’Indonesia è il paese al mondo che ne produce e spreca di più

Non è proprio una sorpresa, in un paese, l’Indonesia, che ha tantissimi abitanti, oltre 260 milioni, e un tristissimo primato: è al secondo posto al mondo tra le 20 nazioni maggiori produttrici di rifiuti di plastica, subito dopo la Cina.

E cosa c’entra questo con il capodoglio? C’entra, poiché questo essere ha una dieta particolare, a base di piccoli squali, polpi e calamari giganti, le cui fattezze ricordano moltissimo quelle dei sacchetti di plastica: l’animale le scambia per il cibo “vero” e ingerisce quelle porcherie.

In ogni caso, nello scorso febbraio un altro rappresentante degli Odontoceti, cioè cetacei con denti, si è spiaggiato in Spagna e si è scoperto che la sua morte era una conseguenza di un’infezione causata dalla plastica ingerita (in questo caso nel suo corpo ce n’erano addirittura 29 chili).

Secondo la IUCN, Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, i capodogli sono una specie fortemente a rischio. Come poterli difendere almeno dalla plastica? La risposta è soprattutto culturale: sensibilizzare la gente sugli sprechi e rendendola partecipe della necessità di ridurne l’uso. Sembra che il governo indonesiano stia agendo su questo versante, con programmi educativi nelle scuole e l’obiettivo di arrivare a ridurre l’uso di questo materiale indistruttibile fino al 70% entro il 2025. Nella foto tratta da meteoweb.eu, il capodoglio avvistato lo scorso giugno nel mare di Cetraro, in Calabria.