La felicità? Inseguire i fenicotteri

Inseguire i fenicotteri: questa è (forse) la felicità

felicità e fenicotteri

Eleganti, aggraziati, di un rosa più o meno intenso: eccoli, i fenicotteri dalle zampe lunghe e dal collo curvo con il quale  sembra disegnino un ricamo sui cieli o nell’acqua in cui si fermano a mangiucchiare e a stare a mollo.

Un po’ di idee sulle tracce di questi pennuti arrivano da lastminute.com (curiosate per vedere le offerte, magari trovate quella giusta per voi) che esorta alla felicità viaggiando tra i paesi dove i fenicotteri fanno tappa, con spettacoli niente affatto male in scenari anche piuttosto diversi tra loro: l’unico comun denominatore sono proprio loro.

Tra Tanzania e Kenya ad esempio c’è il lago Natron, specchio d’acqua salato circondato dai vulcani e famoso per la sua colorazione rossastra con striature bianche, dovuta alla presenza di batteri che contengono un pigmento rosso vivo e all’elevato accumulo di sodio. Qui sostano e si riproducono i Fenicotteri Minori che sopravvivono alle acque caustiche del lago grazie allo strato protettivo che hanno su zampe e becco. In agosto. Mitica la Camargue, tra i due bracci del delta del Rodano dove c’è una colonia riproduttiva di fenicotteri nello stagno di Fangassier. Tra aprile e maggio.

Alle Bahamas, nella Inagua Islands si danno convegno ben 80mila fenicotteri rosa, che vivono liberi nell’enorme zona protetta dell’Inagua National Park. Tra aprile e maggio. Un’altra isola, in Messico, cioè Holbox fa parte dell’Área de Protección de Flora y Fauna Yum Balam: non solo fenicotteri si avvistano qui tra le 150 specie di volatili. A giugno. In Venezuela, ad Aruba, i fenicotteri sono i padroni della Flamingo Beach, spiaggia dalla sabbia bianchissima e dall’acqua cristallina, nella Renaissance Island, atollo artificiale realizzato da un resort di Aruba. Da aprile a maggio.
 E poi, c’è la nostra Sardegna, nelle saline del Parco di Molentargius a Cagliari (foto), in particolare lo stagno Bellarosa maggiore, dove sono habitué numerosi rappresentanti della gente rossa, “sa genti arrubia”, che in inverno si fermano e nidificano e che si possono ammirare i primi di giugno.