La cattedrale di Camposoriano: Natura artista

A Camposoriano la cattedrale di roccia

La cattedrae di Camposoriano

 Tra Terracina e Sonnino, il territorio di Camposoriano presenta una chicca geologica da andare ad ammirare: è la cattedrale di roccia, calcare esattamente, che qui chiamano anche carciofo, piramide, rava di San Domenico: 18 metri d’altezza di alto spettacolo.

Dal punto di vista scientifico si tratta di un hum, un rilievo residuo in un altopiano carsico, lasciato dall’azione demolitrice dell’acqua. Già, perché avvicinandosi alla cattedrale, ai suoi torrioni, ai suoi pinnacoli, alle sue guglie, stiamo camminando dentro una grossa dolina, una vallata che si “mangia” l’acqua piovana che finisce nel sottosuolo non senza prima aver modellato tutto quello incontrato lungo la strada.

E cioè una spessa piattaforma carbonatica che risale a 200 milioni di anni fa, su cui 80 milioni di anni fa si costruisce la breccia calcarea che inizia ad emergere da un mare tropicale tipo quello delle Bahamas, al “seguito” per così dire del sollevamento dalle acque degli Appennini e in particolare dei Monti Lepini-Ausoni-Aurunci che caratterizzano questa zona del Lazio. Attorno ai 5 milioni d anni fa, su tutto quello  uscito dall’acqua, ecco che interviene il carsismo ovvero quel fenomeno per cui la Natura, con acqua piovana e corrente, si diverte a diventare artista, scolpendo le superfici calcaree creando forme bizzarre e curiose, fino a smantellare tutto.

Però la cattedrale di Camposoriano ancora resiste alla forza della Natura che comunque continua a scalpellarla, tanto è vero che girando attorno a questo monolite si notano fratture e spaccature, persino qualche “finestra” nella roccia disfatta, il tutto decorato con filari di edera che lo rendono vezzoso.
cattedrale di camposorianoIntorno, la campagna coltivata con lunghi filari di vite, dai tronchi contorti, che convivono tra massi calcarei qua e là e crescono sulla terra rossa risultato dell’attacco: un connubio che permette tra l’altro la produzione dell’ottimo moscato di Terracina, sembra proprio quello che la Maga Circe (racconta Omero) offrì a Ulisse capitato sulla costa, incantandolo e tenendolo stretto a sé (per un po’).
Un posto magico, fuori dal tempo: ci sono solo lucertole che scompaiono negli anfratti e nella vegetazione lussureggiante, perché l’acqua ce n’è, anche se sotterranea, come profumato finocchietto, diversi tipi di gerani, bianchi ornithogallum, veroniche. Ci sono certe meraviglie in giro per l’Italia… altrove probabilmente organizzerebbero tour da luoghi anche (assai) lontani!