La struttura sperimenta l’uso effettivo di questo materiale da costruzione decisamente insolito, appunto la radice fibrosa sei funghi, il micelio, impiegata per creare una serie di strutture architettoniche ad arco disposte nel giardino dell’Orto Botanico, ognuna dedicata a una diversa attività di Eni nel campo dell’economia circolare, dall’efficienza energetica degli edifici alla mobilità. Gli archi sono alti 4 metri e si allungano per circa un chilometro. Ma come si sono formati? A partire da un substrato su cui sono state poste le spore dei funghi: il micelio è cresciuto, si è sviluppato e ha solidificato il tutto. Con l’aiuto di operazioni di disidratazione ad alta temperatura. Assolutamente notevole la suggestione di passeggiare in questo contesto, già mirabile di suo! L’ispirazione di questa architettura naturale è legata al simbolismo dei giardini medioevali recintati, un’architettura che, essendo di micelio, cresce e si sviluppa in modo organico.
Alla fine dell’esposizione le strutture saranno smontate e restituite al terreno, perché il micelio inizierà la sua nuova vita, fertilizzando il terreno, dando inizio a un nuovo ciclo virtuoso di crescita. Insomma un qualcosa che si crea in giardino e al giardino ritorna, in modo del tutto sostenibile, offrendo così un pratico esempio di un incontro tra architettura ed economia circolare. Le foto sono di Marco Beck Peccoz.