Il commissario e la badante, curiosa coppia di investigatori

C’è tutto, in queste 301 pagine de “Il commissario e la badante” (Guanda, 16.90 €), per trascorrere in delizia e con un po’ di suspence qualche ora di sana lettura. il commissario e la badanteNiente giri di parole, qui si fa dritti al punto, in una serie di capitoli brevi molto comodi se si è costretti a interrompere quanto si sta leggendo. “Costretti”, sì, perché non si vorrebbe smettere e continuare, continuare… I due protagonisti insoliti de “Il commissario e la badante” coinvolgono fin dall’inizio, sono persone comuni, certo, ma decisamente speciali. Lui è Giorgio Robbiani, un ex commissario della polizia ticinese (e alt, di protagonista ce n’è in effetti un altro, il paesaggio svizzero e le sue meraviglie ampiamente presenti), lei, Zaynab Ammar, è una tunisina che gli fa da badante, poiché gli acciacchi dell’età si fanno sentire e non poco. Ma non gli impediscono di rimanere quello che è sempre stato nella sua vita, un poliziotto, un acuto indagatore della natura umana. E che in Zaynab trova un’assistente sopraffina, in grado di aiutarlo nelle incombenze quotidiane, certo, ma soprattutto di diventare indispensabile nel risolvere tante faccende dalla sua personalissima visione. Insomma, due “fiuti” importanti che si integrano e armonizzano, due storie anche dolorose alle spalle, con le quali fanno i conti e guardano al futuro, solare per la badante, forse un po’ meno per il pensionato indirizzato verso la fine dell’esistenza, cui arriva però con quella certa soddisfazione per aver capito, tra gli altri, anche il caso di un serial killer nascosto dietro le vesti perbene di un insospettabile… Ad accomunare i due, la passione di svelare nelle loro personalissime indagini, l’enigma che si cela dietro ogni uomo e che permette (un poco) di capirlo. Ma come mai, questo accostamento, un commissario e la sua badante, addirittura tunisina, musulmana, che se ne va in giro con il suo immancabile velo? Lo spiega l’autore, Andrea Fazioli, classe 1978, che vive a Bellinzona, nella Svizzera italiana, nel raccontare di una serie di racconti scritti per la rivista “Cooperazione”. Quelle erano storie brevi, indipendenti tra loro ma allo scrittore venne in mente di mettere insieme due personaggi apparentemente senza niente in comune. “Cominciai a scrivere con una domanda: che cosa potrà scaturire da questo incontro?”. Belle cose, senza dubbio, con due punti di vista da cui osservare il mondo, con quella copiosa dose di umanità che rende più sopportabili pure le narrazioni più tristi e sconcertanti. Insomma, quando si arriva all’ultima pagina, ci si chiede: quando ci saranno gli altri avvenimenti cui il commissario e la badante daranno una svolta decisiva?