I muretti a secco patrimonio dell’umanità Unesco

Non solo capolavori dell’ingegno ma anche “una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura”, come sono i muretti a secco che l’Unesco ha inserito tra i patrimoni immateriali dell’umanità.

I muretti a secco patrimonio dell’umanità Unesco

I muretti a secco sono dunque riconosciuti come una vera e propria arte che nel corso del tempo ha non solo contribuito a gestire al meglio certi paesaggi vulnerabili permettendo coltivazioni di eccellenza, ma anche decorando il territorio in modo originale e intelligente. Insomma, un’arte venuta a mente ai nostri antenati per creare piazzole, o meglio terrazzamenti, per rendere fruibili versanti scoscesi altrimenti inutilizzabili. Ma pure per costruire rifugi, per uomini e/o bestie.

In Italia la dry stone walling, la magia e l’ordine della costruzione a secco delle pietre, è presente un po’ ovunque in giro per le regioni, certamente famosi i muretti della Liguria e della Puglia ma anche del Piemonte in particolare nelle Langhe e della Sardegna. Ma il nostro non è l’unico paese a praticare con successo questa arte antica: sono coinvolti anche Spagna, Cipro, Grecia, Slovenia, Svizzera, Croazia. Francia (nella foto una visione dei Pirenei, équipe Parc Pyrénées Catalanes © S.P.S).

Non si tratta di un riconoscimento veniale, per così dire, perché i muretti a secco, ovvero sistemare con grazia e arte le pietre una sull’altra, da sole o al più unendo terra e basta, sono una buona pratica tramandata nel corso dei secoli. Un modo per gestire gli spazi lavorativi nelle aree rurali, per gli uomini e per le bestie, vicini ma separati, come è (forse) giusto che sia. Ma la testimonianza reale di come gli uomini con il territorio possano interagire intelligentemente. I muretti a secco infatti sono da sempre stati importanti per prevenire frane, inondazioni, valanghe, nonché per combattere l’erosione del suolo e la desertificazione. E aumentando la biodiversità e creando condizioni microclimatiche adeguate per l’agricoltura, come si legge nella motivazione del riconoscimento.

Poi i muretti a secco sono davvero testimoni di prodotti a km 0 visto che sono costruiti con pietre rinvenute assolutamente in loco. Che contrasto però, in questa nostra Italia: vivere quotidianamente con le difficoltà di un paesaggio straziato dall’uomo, che ancora non riesce a salvare ciò che ha combinato costruendo ovunque, ed essere premiati per buone gestioni di un passato non proprio lontanissimo. Ma cosa serve per continuare a imparare?