Chi sarà l’albero europeo del 2021?

Mancano solo pochi giorni e la suspense sale, per sapere chi sarà l’albero europeo del 2021. Il concorso organizzato da Tree of the year, da 11 anni cerca alberi con le storie più interessanti, che raccontano magari tra i loro rami e le loro cortecce forse malmessi, ma di grande impatto. La votazione si è conclusa il 28 febbraio e il nome e cognome dell’albero europeo dell’anno sarà comunicato il prossimo 17 marzo. Sono 14 i finalisti.

platano europeo di curinga

Per l’Italia, in lizza il millenario platano di Curinga, in provincia di Catanzaro. Il Platanus orientalis calabrese si trova da mille anni vicino a un piccolo ruscello, affacciato sul Mar Tirreno, mentre ‘guarda’ il resto della foresta attorno a lui, ad alta concentrazione di pini neri. C’è chi dice che a piantarlo furono i monaci basiliani quando iniziarono a costruire il vicino eremo di Sant’Elia ora meravigliosamente in rovina, per suggellare l’unione tra Oriente, da dove arrivavano, e Occidente, dove decisero di fermarsi. Ma forse le sue radici sono ancora più vecchie. Secondo il Tree of the Year, questo albero europeo è alto 21 metri, ma altre analisi parlano di oltre 31 (come segnala Giantrees.org), largo 12, è caratterizzato da un tronco completamente cavo con un’apertura larga più di 3 metri, dove si insinuano i raggi del sole, ammantando di giochi di luce e di un pizzico di mistero il patriarca verde che qui, in contrada Corda, chiamano da sempre il Gigante Buono. Questo esemplare di platano è il più grande d’Italia: anche se non diventerà l’albero europeo dell’anno 2021, per chi lo ammira si meriterà sempre il primo premio, nel cuore, nell’anima, nella vista.

Tra le meraviglie che concorrono al concorso di albero europeo dell’anno, non si può non citare il castagno ‘giovinetto’ (ha solo 160 anni) di Ypres, in Belgio, che durante la prima guerra mondiale fu del tutto distrutto, mantenendo in vita la ceppaia da cui sono cresciuti spontaneamente 4 nuovi fusti, superando pure le tempeste del secondo conflitto mondiale: ora ha una circonferenza di quasi 10 metri. E poi, praticamente coevo del platano di Caringa, la Carrasca di Lecina, Huesca, Aragon, Spagna: un leccio di mille anni, appunto, sotto il quale si radunavano e ballavano le streghe dei monti Guara e che ora è curato e amato dagli unici 13 abitanti del paese, per i quali è, senz’altro, uno di famiglia.