Wrecks/Relitti: le navi raccontano

I relitti narrati dalle immagini di Stefano Benazzo

Wrecks/Relitti

 Si chiama “Wrecks/Relitti” (Skira, 32 euro) l’ultimo libro fotografico di Stefano Benazzo.

Di che si tratta? Di un pellegrinaggio in percorsi di tre continenti, anni di scatti che ora l’autore ha messo insieme.

La maggior parte attorno alla figura dei relitti di naviganti. Imbarcazioni abbandonate, arrugginite e deteriorate anzi, “decorate” dal tempo che le rendono potenti e incantate. Ma non è il senso del lugubre o del rottame a incantare il fotografo. Sono le storie che stanno “dietro” al relitto, storie di uomini e donne (spesso anche bambini) che su queste imbarcazioni hanno passato parte della loro vita.

È una sorte di “dovere” della memoria che induce a conservare con gratitudine il ricordo delle tradizioni e del lavoro dei marinai di tutte le epoche e di tutti i paesi. Il relitto diventa una testimonianza che non è solo legata alla storia economica, sociale e marittima, ma anche al coraggio e alle loro sofferenze di chi sopra e dentro ci ha lavorato, ha pianto, ha gioito, ha sognato.
Con i relitti, sono gli elementi atmosferici i grandi protagonisti di queste suggestive narrazioni. La foto è l’unico mezzo per rendere loro giustizia: troppo lontani da andare a vedere direttamente e improponibili d portare nei musei.
Nell’intento di Benazzo, gli scatti inducono a scavare nel nostro intimo, facendo emergere quanto di ricco e variegato è in noi. E i suoi relitti paiono, nella sua fantasia, miracolosamente ansiosi di ripartire, con perseveranza, per compiere la loro missione. In fondo, a pezzi o ridotti a fasce arrugginite, esprimono speranza di salvezza e di vita.