Wildlife Photographer of the Year 2017: vince lo strazio

 La vita animale in allarme, secondo le foto del Wildlife Photographer of the Year 2017

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 Wildlife Photographer of the Year 2017: dal 20 ottobre saranno in esposizione al Natural History Museum di Londra le foto vincitrici della 53a edizione del concorso, organizzato proprio dall’istituzione scientifica.

Il primo premio è un soggetto di Brent Stirton, che ha fermato con l’immagine il corpo violato di un rinoceronte, a terra, senza corna. Uno sfregio a uno degli animali più a rischio, in un continente dove il bracconaggio è enormemente aumentato.

I responsabili di tale violenza sono probabilmente persone del luogo che sono entrate nella riserva di Hluhluwe Imfolozi in SudAfrica: prima hanno ucciso l’esemplare con un silenziatore, poi gli hanno asportato le corna, molto ambite soprattutto nelle regioni orientali. Cina e Vietnam ne sono decisamente ghiotti, poiché le considerano un toccasana per tanti problemi di salute che rasentano la stregoneria. Purtroppo uno scatto che mette in scena non la bellezza bensì la malvagità dell’uomo che ancora si crede padrone del Creato e pensa di potersene servire a suo uso e costume.

L’immagine è stata selezionata tra oltre 50 mila, realizzate sia da professionisti sia da amatori della fotografia naturalistica, di 92 paesi.
Tra le altre foto premiate, le meraviglie sotto i ghiacci ad opera di Laurent Ballesta, che ha scattato in Antartide, la grande tartaruga liuto che ha appena deposto le uova nelle isole Vergini statunitensi, di Brian Skerry, il raduno di capodogli “fermati” nelle acque dello Sri Lanka da Tony Wu, un gruppo di granchi come al supermercato per un polpo che si muove nelle acque luminose e cristallne della Tasmania, carpito da Justin Gilligan, il gorilla Caco mentre, in Congo, afferra un frutto carnoso, documentato da Daniel Nelson. Un altro animale in pericolo, questo, per via della diminuzione del suo habitat e delle malattie come il virus ebola.