I tetti e l’orto in quota: la città si scopre

La città non è mai stata così bella, dai tetti

Tetto e orto Piuarch

I tetti diventano i nuovi luoghi cult di Milano (e speriamo che la tendenza approdi nelle altre città d’Italia), con l’orto e spazi in cui passeggiare, magari a pochi metri dalle guglie del Duomo, oppure dove sedersi per vedere le proiezioni dei migliori film d’essai. O, ancora, in cui condividere un aperitivo di tendenza o cenare lontani dalla frenesia delle strade e dal loro traffico.

Sono tanti, i progetti versatili ideati da Piuarch, studio formato da una quarantina tra architetti e ingegneri provenienti da ogni parte del mondo, veri e propri avamposti che permettono di vivere le trasformazioni urbane o di ammirare il denso tessuto storico, con il suo intreccio di corti e i piccoli spazi introversi.

Senza dubbio, si tratta di siti speciali, promotori di socialità e di esperienza, tra cui quelle di tracciare un modello riproducibile di orto sul tetto, appunto. Gli esperti di Piuarch (http://www.piuarch.it/) hanno creato una superficie ispirata ai movimenti internazionali dell’“urban farming” ma con una filosofia tutta italiana e, soprattutto, una forte attenzione al contesto fisico, ambientale e umano circostante.

Come l’intervento di riconversione della copertura dello studio di via Palermo 1, nel quartiere Brera, sopra gli uffici dello studio dove ora sorge un vero e proprio orto a cielo aperto, realizzato grazie ad un sistema modulare di pallet che permette di costruire strutture facilmente assemblabili: il risultato è un insieme di percorsi, slarghi per prendere il sole, stare in compagnia o accogliere ospiti. Ci sono anche piccole aree piantumate dove verdure, frutta e specie aromatiche sono mescolate a fiori per una maggiore qualità estetica.
Un’agricoltura urbana bella e buona, dunque, in grado anche di incrementare le prestazioni termiche dell’edificio stesso. Il tutto è curato insieme al paesaggista Cornelius Gavril e con la collaborazione di VerdeVivo. L’immagine è di Daniele Cavadini.