A rischio la foresta di Sherwood

Sherwood: la foresta di Robin Hood è in pericolo

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Rubava ai ricchi per dare ai poveri e si riparava nell’ombrosa foresta di Sherwood. Lo faceva Il mitico Robin Hood ma adesso non sono i gendarmi del suo tempo a mettere a rischio la sua casa di rami e di foglie.

Sembra che la compagnia chimica Ineos abbia identificato alcune aree in Gran Bretagna (tra cui appunto Sherwod) in cui andare a cercare gas naturale con la tecnica del fracking, ovvero una frattura indotta con l’acqua ad altissima pressione nelle rocce di scisto (considerate ‘sorgenti non convenzionali’ per questo tipo di ricerche) che rompendosi appunto ne rilevano o meno la presenza.

L’allarme è stato lanciato dall’associazione ambientalista Friends of the Earth UK (www.foe.co.uk), tramite la petizione online ‘Save Sherwood Forest from fracking’. Se il piano va avanti, infatti, il fracking che provoca tra l’altro vere e proprie scosse sismiche, tra gli alberi a rischio c’è anche Major Oak, la quercia vecchia si dice almeno 800 anni, sotto la cui chioma avrebbero dormito Robin Hood e i suoi (l’immagine è tratta da www.hercampus.com).

E sono tanti altri i problemi ambientali che il fracking, detto anche shale gas, può produrre. Per esempio, la tecnica consuma enormi quantità di acqua, creando dunque forti disguidi sulle risorse idriche. GreenPeace segnala che la quantità stimata sia per ogni pozzo tra 9mila e 29mila metri cubi di acqua all’anno (ovviamente qui si parla di decine di pozzi). Poi, poco si sa al momento degli additivi chimici che vengono impiegati nei fluidi usati per il fracking e che negli Stati Uniti, dove questa modalità di estrazione sta diventando molto gettonata, sono protetti da segreto industriale, anche se si è riusciti a capire che molti di essi sono inquinanti, nocivi per l’ambiente e per l’uomo.
Inoltre, si pensa (appunto perché la mancanza di informazioni è notevole) che una buona percentuale dei fluidi iniettati ritorni in superficie come acqua di riflusso, mentre il resto rimanga nel sottosuolo e vada a finire con il suo carico pesante e ‘cattivo’ nelle fratturazione delle rocce di scisto e quindi nelle falde. Ci sarebbero inoltre perdite di gas metano tali da contribuire all’effetto serra. Secondo alcune ricerche, l’impatto ambientale di tali gas fuggitivi sarebbe pari o addirittura superiore a quello dell’estrazione e dell’uso del carbone.