Reportage dagli allevamenti intensivi: la memoria degli animali

La memoria degli animali. Reportage dagli allevamenti intensivi

Reportage dagli allevamenti intensivi

 Un reportage in diretta dagli allevamenti intensivi. Sono così le foto di questa pubblicazione, “Un incontro mancato” (Mimesis Edizioni, € 8,50), una riflessione fotografico-filosofica sulla condizione degli animali in questa loro non certo invidiabile situazione, creata dal fotografo-guida ambientale Stefano Belacchi in collaborazione con la ricercatrice Benedetta Piazzesi.

Si tratta di foto di defunti, in questo reportage, già, perché è praticamente certo che la maggior parte degli animali ritratti è morta. Lì, negli scatti, sono drammaticamente vivi, e quasi sembrano dirigersi verso il loro destino. Condannati a morti: se ne renderanno conto? Probabilmente sì, e la fotografia non può fare a meno di parlare della morte, e di battersi contro di essa.

Un fotoreportage che documenta una guerra, piccola e poco esibita, certo (come purtroppo siamo abituati nei nostri tempi bui), ma guerra. La realtà invisibile degli animali in gabbia in attesa di essere uccisi (per tanti di noi).

In questo caso dunque la fotografia acquisisce la sua dimensione di “potenziale negativo” perché racconta questo scenario bellico dietro le nostre case, cui tanti guardano con indifferenza e ipocrisia (lo si fa per le “grandi” battaglie, figurarsi per quelle “da stalla”) e ci costringe in uno stato di scomoda impotenza, si legge. Ma forse una passività che può essere interrotta?
Come si può rimanere indifferenti alle scrofe che non sono così contente nelle loro gabbie talmente strette da non potersi neppure girare a leccarsi la placenta, oppure capire che tra i polli di batteria alcuni sono più in forma di altri, più belli (forse più allegri) perché ancora non hanno la consapevolezza di stare per morire? Belle domande, ma c’è la risposta?