Le pietre di Venezia secondo John Ruskin

John Ruskin e le pietre di Venezia

Ruskin e le pietre di Venezia

 Si chiamava John Ruskin, ha appena fatto in tempo a vedere il 1900 e ci ha lasciato scorci incredibili, affascinanti e suggestivi di Venezia.

Ora una mostra nella città lagunare ne omaggia il loro stretto rapporto che ha reso l’artista un grande cantore della sua bellezza eterna, colta in una fascinosa decadenza.

Lo scrittore-pittore-critico d’arte inglese ha dedicato agli scorci veneziani la sua opera letteraria più nota, “Le pietre di Venezia”: uno studio della sua architettura, sondata e descritta nei particolari più minuti, e un inno alla bellezza, all’unicità ma anche alla fragilità di questa città.

Nell’appartamento del doge a Palazzo Ducale, fino al 10 giugno, si possono ammirare oltre 100 opere dell’artista britannico, taccuini, acquarelli, rilievi architettonici, calchi in gesso, albumine, platinotipi.

L’esposizione, tra le sale e i loggiati spesso oggetto dei “ritratti” di Ruskin, è suddivisa in numerose sezioni, da quella con gli acquarelli dedicati alle Alpi e ai paesaggi della penisola, alle rappresentazioni delle bellezze della natura come foglie, alghe, nuvole, cieli, fino ad arrivare all’incontro con Venezia, al centro del percorso espositivo, raccontata attraverso San Marco e Palazzo Ducale o gli studi dei grandi pittori veneziani come Carpaccio, Veronese, Tintoretto.
Presente poi una selezione dei “Venetian Notebooks”, taccuini di schizzi, misurazioni, piante, appunti, oltre ad alcune prime edizioni a stampa, dagherrotipi, foto storiche e dipinti emblematici dei grandi pittori del Cinquecento veneziano. In mostra anche tre capolavori ispirati a Venezia di William Turner. Gli orari: 8.30 – 17.30; dal 1 aprile fino alle 19.