L’arte giocosa (che fa pensare) di Arcimboldo

Arcimboldo: ironia e arte a Roma

Arcimboldo a RomaArcimboldo: chi non conosce i suoi inusuali ritratti dove i nasi sono tuberi, le bocche funghi, i capelli rami e rametti?

Fino all’11 febbraio, a Palazzo Barberini a Roma (via delle Quattro Fontane 13) si possono ammirare numerosi capolavori autografi, disegni e dipinti, del milanese Giuseppe Arcimboldi, alias Arcimboldo: provengono da tutto il mondo, Basilea, Denver, Houston, Monaco di Baviera, Stoccolma, Vienna, Como, Cremona, Firenze, Genova, Milano. Un’esposizione rara e gioiosa, che fa meglio capire come l’artista abbia messo la sua arte speciale a disposizione di una sottile ironia, raccontando in tal modo le grandezze (e no) dei personaggi pubblici di quegli anni, il 1500 (Arcimboldo è nato nel 1526 e morto ne 1593).

La sua pittura “ridicola” ha fatto scuola per lo stile ben lontano da quello classicheggiante in voga allora. E fu molto apprezzata dalle corti asburgiche di Vienna e Praga. Il pittore era al servizio di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II, tanto da guadagnarsi persino il titolo nobiliare, rarissimo per gli artisti, di “Conte Palatino”.

Tra i pezzi da godere, i volti-stagione, il Giurista, ovvero le sue bizzarre creazioni, ma anche i dipinti da vedere riflessi allo specchio, perché così si possono notare le loro due anime, un piatto di verdure, ad esempio, diventa la faccia irriverente di un “cuoco” davvero particolare!

Gironzolando per le sale (ottima l’idea di contemplare nel biglietto d’ingresso l’uso dell’audioguida) si conferma l’indole scientifica di Arcimboldo: del resto, una tale perfezione delle forme usate per i suoi famosi ritratti sono alla base di una ottima conoscenza naturalistica. Anche per questo Arcimboldo, che è stato considerato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo, è figlio del suo tempo quando iniziava l’epopea delle Wunderkammern, le stanze delle meraviglie, in cui anche collezionare disegni di erbari, frutta e animali che, finemente studiati, finivano a incrementare serre, serragli e giardini ma, anche e soprattutto, la conoscenza scientifica.
Ma a Palazzo Barberini si possono pure vedere altre sue opere forse meno note, l’arazzo di Como e le vetrate del Duomo di Milano, nonché i suoi disegni acquerellati per le feste di corte. Gli orari: martedì/domenica 9-19; chiuso lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio.