La forza di cambiare e aiutare: diario di una operatrice Shiatsu

Lo Shiatsu che aiuta e fa aiutare: “Sono al posto giusto”

 Sono al posto giusto

Si intitola “Sono al posto giusto” ed è il diario di una operatrice Shiatsu, l’antico trattamento di origine orientale che si basa sul sapiente uso delle dita della mano, soprattutto tramite pressioni precise di pollice e palmo su zone specifiche del corpo, così come indica la disciplina giunta alla notorietà per via del giapponese Tokujiro Namikoshi. Con il suo metodo curò persino Marilyn Monroe e Cassius Clay.

Da noi lo Shiatsu è spesso scambiato con un “semplice” massaggio rilassante, invece è tutt’altro, un vero e proprio “trattamento” che regala benessere e salute, ricentrando le energie e le disarmonie della persona, allontanandola da dolori di vario genere. Tutto (e molto altro) lo racconta Donatella Lapreta, nel suo “piccolo libro”, come lei stessa lo definisce, in cui pagina dopo pagina lo Shiatsu si scopre in ogni sua declinazione, non tanto dal punto di vista scientifico bensì da quello squisitamente personale.

Lapreta infatti inizia prima a parlare di se stessa, del suo disagio lavorativo di docente di educazione fisica che l’ha portata a riflettere su un cambiamento di obiettivo, arrivato proprio dalla conoscenza dello Shiatsu. Del resto, il primo capitolo si chiama “Dal disagio la forza di cambiare”.

La scrittrice si è immersa nel “mondo Shiatsu”, diventandone operatrice e elargendo la sua nuova professionalità a diverse persone che nel tocco magico cercavano, e hanno trovato, sollievo ai propri disturbi, legati spesso all’universo emotività. Già, perché “Sono al posto giusto” si legge da due punti di vista, quello dell’operatrice Shiatsu che narra se stessa e il suo percorso ma anche quello rappresentato dalle voci di tanti suoi clienti che si sono affidati a lei: un duplice sguardo, tra chi lo Shiatsu lo fa e tra chi lo riceve, in un caleidoscopio di sentimenti e sensazioni con lo scopo di accompagnare anche il lettore verso un percorso di consapevolezza, ascoltando il proprio corpo e recuperando l’armonia perduta.
Come scrive Lapreta, “Il lavoro è di entrambi, mio come operatrice e della persona che riceve il trattamento. La bellezza e l’efficacia nascono da questo preciso incontro e scambio”.
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