Gatti d’Italia: come fare senza?

Omaggio ai gatti d’Italia

Gatti d'Italia

Si chiama semplicemente così, “I gatti d’Italia” (Newton Compton editore), il libro che Lilli Garrone e Monica Cirinnà hanno dedicato a questi animali che sono amati molto in tutto il Belpaese in cui sembra, sostengono i dati, ce ne siano ben 14 milioni che fanno vita di famiglia.

Ad esclusione di quelli che se ne stanno beati qua e là in colonie più o meno cospicue e splendidamente sfamati da gattari di ogni sesso ed età.

Del resto, sentendo parlare di mici, tutti sono concordi nel segnalarne il loro potere positivo: vivere con un gatto fa stare meglio, nel corpo e nell’anima. Punto.

Di gatti, nell’esistenza umana, c’è sempre stata la presenza, un motivo ci sarà se sono stati ritratti con varie tecniche, dipinti, affrescati, nonché scolpiti e immortalati in tante fotografie che li raccontano. Gatti di strada, gatti protagonisti di opere d’arte, gatti che hanno fatto compagnia a tanti personaggi illustri della storia e della cultura italiana, che li hanno ispirati forse, e tanti, tantissimi gatti “qualsiasi”, ognuno speciale a modo suo.
Così sono narrati nelle storie di cui è ricco il libro di Garrone-Cirinnà che si sono soffermate su quelle più curiose, divertenti, commoventi, legate ai luoghi e alla storia, con la s maiuscola e anche no. Le parole ci portano da Cristoforo Colombo a Gino Paoli, dal municipio 7 di Milano alle pendici dell’Etna, dalla gatta di Petrarca al gatto alpinista. C’è persino una esclusiva intervista al gatto di Mussolini, per soffermarsi sulla domanda “Il gatto e la volpe: realtà o finzione?”.