Una fiaba tutta green: Villa Lante di Bagnaia

Bagnaia: lo scrigno verde di Villa Lante

Villa Lante Bagnaia

Ci vuole un po’, per arrivarci, a Villa Lante di Bagnaia, non tanto per la distanza in chilometri che ovviamente può essere varia a seconda da dove si parta bensì dalla grande assenza di bei cartelli indicanti la direzione del giardino cinquecentesco. E quando si giunge là, quasi non ci si aspetta qualcosa del genere, visto che la Villa oggi è un tutt’uno con il centro (esattamente “frazione” di Viterbo) rinascimental-medioevale.

Varcato il cancello la meraviglia prende il sopravvento, poiché ci si avvia verso una serie di fontane costruite nel-e-con-il tufo prodotto dall’antico vulcano Sabatino, lasciando alla destra un parco selvaggio e salendo attraverso una serie di terrazzamenti “creativi” che aggirano tra scale, scalette, camminamenti la pendenza della collina su cui si estende il giardino. Il punto più in alto culmina con la fontana del diluvio, dove c’è la sorgente che alimenta il tutto, e ci si giunge dopo aver superato la fontana di Pegaso, la fontana dei mori, con i ghirigori di uno splendido giardino all’italiana tra siepi di cipressi e bossi, la fontana dei gamberi.

E poi c’è lei, più o meno a metà altezza del pendio, in modo da ammirare il ben-di-Dio che sta sotto e quello che sta sopra: la mensa del cardinale, ovvero una lunga tavolata di tufo con in mezzo acqua corrente dove si mettevano in fresco bevande e cibarie per le cene di cardinali e nobili,  che si riposavano qui dalle fatiche di corte (delle diverse corti, qui villeggiavano in tanti…).

Il tutto sotto lo sguardo di tanti alberi, lecci e soprattutto platani ma non quelli ibridi che costellano i viali di tante nostre città, bensì la varietà orientale, che dai Balcani si è ben adattata alle nostre latitudini. Sembra ce ne fossero 63, di questi rappresentanti arborei, oggi diventati veri giganti, alti altissimi, anche 40 metri, con il loro tronco di placche con la corteccia che assume varie tonalità più o meno chiare, staccandosi qua e là. Massicce le loro radici che spesso sporgono dal terreno e sembra combinino qualche guaio tra i terrazzi e le fontane, tese come sono a superare i limiti in cui sono costrette da centinaia di anni. 
Verso la fontana del diluvio alcuni esemplari non mostrano che la parte esterna, solo tronchi sottili, eppure in piena vita, quasi “appoggiati” alla terra, regalando disegni e profili di grande suggestione.
Doc gli affreschi dei palazzetti Gambara e Montalto, dal nome dei cardinali che le hanno volute, e anche ammirabili nelle strutture che bordano proprio come fosse un palcoscenico la fontana del diluvio.

Villa Lante a Bagnaia Villa Lante a Bagnaia Villa Lante a Bagnaia Villa Lante a Bagnaia