Correre cambia la vita, parola di Daniele Barbone
Correre cambia la vita. Correre, certo, oppure semplicemente camminare, come quelle camminate lunghe che compiva Gesù. Nel suo “Correre cambia la vita – Giro del mondo in dieci tappe per chi corre e cammina, dal Jesus Trail alla Valle della Morte” (Edizioni Lswr, 14,90 €) Daniele Barbone ci racconta dei tanti chilometri che Cristo ha macinato a piedi (forse talvolta a dorso di un mulo, chissà) nei suoi ultimi anni.
In ricordo c’è oggi appunto il“Jesus Trail”, un percorso ideato da David Landis, americano e cristiano, e da Maoz Inon, israeliano ed ebreo, che, scrive Barbone “cerca di riprodurre al meglio le vie calcate a piedi da Gesù sul tragitto che da Nazareth porta al lago di Tiberiade e poi, più a nord, fino a Cafarnao, con l’intento di restituire il più possibile l’anima di quei luoghi. Non tutte le vecchie vie sono percorribili, anche per questioni di sicurezza, eppure a tratti sembra proprio di tornare indietro nel tempo…”
Di luoghi da visitare, correndo o solo camminando, ce ne sono davvero tanti, che l’autore intreccia con intime confessioni, narrazioni delle sue gare epiche e dei suoi viaggi più avventurosi, omaggiando le storie di uomini e donne che hanno corso e camminato con lui. Donne, tante, quelle che con la loro caparbietà oggi possono partecipare alle maratone, una volta vietate al loro sesso.
La caparbietà del resto è anche quella di Barbone, uno dei venti italiani ad aver completato le sei Majors Marathon. Una passione, quella della maratona, scoperta a 36 anni e mai più lasciata anche dopo la pausa di una brutta malattia. Ma la passione è la passione e con determinazione e perseveranza, l’ultramaratoneta continua a mietere successi piede dopo piede e la sua storia è diventata questo libro, in cui sottolinea come, tra i massimi esperti italiani di Green Economy, sia riuscito a coniugare il suo mestiere di imprenditore con la passione per la corsa negli ambienti estremi, riuscendo anche ad attraversare e a vivere appieno sentieri spesso sconosciuti o poco noti.
Tanti racconti, dunque, di gente, di strade, di sentieri e una consapevolezza (consiglio, idea, suggerimento?) da parte sua: “Dalla malattia ho imparato che l’uomo può rinascere molte volte nel corso della sua esistenza e che la vittoria non sta tanto nel risultato quanto nella tenacia che mettiamo nel perseguirlo”.