C’è tutto un mondo attorno… al prato

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Un prato abbandonato alla periferia di una città, Roma, intensamente pressato da una urbanizzazione selvaggia tutto intorno.

Ma lui resiste, con il suo piccolo grande mondo verdeggiante e colorato. Fino a un mese fa qui l’erba era molto bassa, il terreno paludoso consentiva la florida presenza di gruppetti sparsi di narcisi tazetta, ad esempio, di cui non rimangono che le foglie appuntite.

Ora il suolo si è molto asciugato e le piante selvatiche di vario tipo lo hanno colonizzato. Su di loro, in lontananza, una famigliola di platani resiste all’assalto, anche se i loro tronchi mostrano tutto l’acciacco dell’età. uno di essi è stato colpito da un fulmine e una sua parte, pure mangiucchiata, continua a proliferare.

L’erba alta è un mare di graminacee, palèo odoroso, migliarino, brumus, gramigna, a ogni colpo di vento si muovono quasi all’unisono, inseguendo una danza dalla silenziosa melodia. Alcuni tratti, in mezzo a loro, sono spugnosi, i piedi ci affondano un po’: è la testimonianza delle piccole paludi che si formavano fino a poco tempo fa.
In certe zone, quando le spighe ritte e-o piumate si allargano, gli spazi vengono occupati da una vegetazione allegra e vivace, soprattutto c’è un mix di ranuncoli giallissimi e trifogli color rosa-fucsia in diverse gradazioni, che formano una sorta di cuscinetti freschi e ombrosi. Al loro limitare, si fanno strada prepotenti nonostanti siano così effimeri i rossi papaveri a frotte, pronti a sparire ben presto ma intanto intenti, eccome, a farsi ammirare.